Il governo Draghi ha presentato il Piano di ripresa (NRRP), che è ora giunto ai banchi di Bruxelles. Il piano è stato modificato e approfondito rispetto alle versioni che erano circolate ai tempi del governo Conte 2. L'esecutivo si è concentrato maggiormente sugli strumenti di semplificazione burocratica e ha indirizzato le risorse verso investimenti pubblici piuttosto che verso misure di welfare come emerso dalle bozze del precedente governo.
Il piano di ripresa è un programma ambizioso ea lungo termine e il governo di Draghi può solo stabilire il programma per le riforme. In effetti, riforme come quelle della giustizia, della pubblica amministrazione e della digitalizzazione richiederanno anni e quindi una tempistica che andrà ben oltre questa legislatura. Non solo la politica, ma anche la pubblica amministrazione, il sistema scolastico e l'industria saranno messi alla prova e solo tra pochi anni si vedranno i possibili effetti benefici del Piano di ripresa.
Ma proprio perché il NRRP è un programma, gran parte del suo successo dipenderà dalle fasi successive piuttosto che dalla fase di elaborazione. In altre parole, questo progetto deve essere tradotto in decreti legge, decreti legislativi, leggi, regolamenti e quindi organizzazione di uffici, appalti e lavori pubblici. Tutto questo complesso apparato non si vede oggi, ma dovrà essere messo in servizio nei prossimi mesi. Un processo complicato dai precari equilibri tra le parti.