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Policy Brief: PNRR e modernizzazione della P.A. italiana: una sfida possibile

I finanziamenti post-pandemia di Next Generation EU sono una novità senza precedenti per la politica economica e sociale dell’Unione europea. Tale straordinarietà, però, è legata a sfide altrettanto grandi per il nostro Paese.

La principale è la seguente: riusciranno le nostre autorità a spendere, nel modo più efficace possibile, gli oltre 200 miliardi di prestiti e contributi in arrivo da Bruxelles?

Negli anni passati, a dire il vero, l’Italia non ha brillato nel gestire in media 10-11 miliardi l’anno di fondi strutturali europei. Cosa dovrà cambiare adesso per riuscire nell’impresa di impegnarne risorse venti volte maggiori in pochi mesi?

Dopo aver applicato il metodo del “quadro logico” per schematizzare i motivi di una (atavica) carenza italiana, il professore Luciano Monti si chiede se il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – appena approvato dalla Commissione Ue – contenga le ricette adatte per superarla. La risposta è in larga parte positiva, ruota attorno ai temi cruciali della formazione e delle competenze dei dipendenti pubblici del nostro Paese, e al necessario rispetto delle tempistiche indicate in materia nello stesso PNRR.