Le elezioni dello scorso 6 maggio nel Regno Unito si sono confermate un termometro utilissimo per leggere l’attuale fase politica nel Paese. I Conservatori, già al governo nazionale, escono rafforzati dalle urne. In Scozia, infatti, l’affermazione dei nazionalistiindipendentisti è stata netta ma i Tory hanno tenuto rispetto al 2016; nelle amministrazioni locali, poi, i Tory hanno guadagnato terreno a discapito dei Laburisti; infine i Tory si sono aggiudicati un’elezione suppletiva altamente simbolica.
Come interpretare questi risultati? La questione scozzese non è risolta, ma l’indipendentismo potrebbe non acquisire nuova linfa nel brevissimo periodo. Nel frattempo, il Primo Ministro conservatore Boris Johnson tenterà di capitalizzare ancora la campagna vaccinale particolarmente riuscita, oltre alla credibilità acquisita presso l’opinione pubblica come leader che tiene fede a certe promesse elettorali (vedi Brexit). Il tutto mentre Conservatori e Laburisti, seppure con modalità ed esiti diversi, dovranno cimentarsi con una fase di profondo rinnovamento ideologico-programmatico.
- Policy Brief 20/2021: Il Regno Unito si tiene da conto il conservatore Johnson. Motivi e scenari, Domenico Maria Bruni