Tre prime “lezioni” dal voto europeo (di cui l’Italia dovrebbe fare tesoro)
Dalle recenti elezioni per il Parlamento europeo emergono almeno tre indicazioni sul sistema politico-istituzionale dell’Unione. La prima è la conferma che non siamo di fronte a “elezioni di secondo ordine”, qualificazione ancora comune – sostiene l’autore, Nicola Lupo – specie tra i politologi. La seconda indicazione è la mancata scomparsa dalla scena della convenzione sugli Spitzenkandidaten, cioè i candidati principali o capilista delle diverse famiglie politiche. La terza indicazione, forse la più importante – si legge nel Policy Brief – in termini costituzionalistici, attiene alla natura della forma di governo dell’Unione. È infatti sempre più evidente che la sua dinamica di funzionamento di gran lunga prevalente richiama quella tipica delle forme di governo parlamentari, ovviamente multipartitiche. La piena consapevolezza di queste “lezioni”, secondo l’autore, dovrebbe aiutare gli attori politici italiani, a partire dal Governo, a non compiere errori di valutazione tali da ridurre credibilità e peso politico dell’Italia nella dinamica europea.
Policy Brief 7/2024: Tre prime “lezioni” dal voto europeo (di cui l’Italia dovrebbe fare tesoro), Nicola Lupo