I concorsi pubblici, dopo una fase di stallo durata anni, sono ripresi in modo massiccio nel corso del 2021, sospinti dal necessario turnover nell’amministrazione pubblica e dall’esigenza di gestire le ingenti risorse che arriveranno all’Italia dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. A fronte di alcuni cambiamenti rilevanti introdotti nello svolgimento delle prove e nelle modalità concorsuali, almeno su un versante i concorsi pubblici sono rimasti fermi al passato: quello della lingua inglese. La verifica delle competenze linguistiche viene trattata troppo spesso come mera formalità e non come un tassello centrale della procedura. Eppure l’amministrazione italiana avrà sempre maggior bisogno di persone che sappiano lavorare disinvoltamente in lingua inglese, anche per via della progressiva europeizzazione del nostro apparato pubblico. Le migliori università sembrano essersi adeguate a questa nuova realtà. A quando la P.A.?
Policy Brief n. 13/2022, L’inglese nei concorsi pubblici: anziché fare passi avanti, si fanno passi indietro, Giovanni Orsina